RADON


Il gas radon costituisce oggi in Italia la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di tabacco.
L’esposizione a questo importante inquinante ha luogo negli ambienti confinati, principalmente nelle abitazioni, e varia in funzione di numerosi fattori quali la natura del suolo, l’area geografica, la tipologia di edificio, l’assetto impiantistico etc. 
Dal radon è possibile difendersi attraverso la messa in atto di azioni di risanamento e prevenzione a livello degli edifici, che non possono prescindere dalla mappatura del territorio, dall’esecuzione di un adeguato monitoraggio ambientale e da una corretta informazione al cittadino sulla natura del rischio e sulle azioni di tutela.

LA PRESENZA DI RADON IN ITALIA
La concentrazione di Radon dipende da molti fattori: dalla presenza di Uranio e Radio nel suolo e nei materiali da costruzione, dalla permeabilità del suolo e dalle abitudini di vita. Anche in aree dove generalmente si riscontrano basse concentrazioni esiste la possibilità che in alcuni edifici vi sia una presenza elevata di Radon.
Studi svolti dall’Istituto Superiore di Sanità ed Enea hanno rivelato che l’Italia è mediamente più esposta a questo problema rispetto al resto dell’Europa (media europea di circa 59 Bq/m3 -Bequerel al metro cubo-, media nazionale di circa 77 Bq/m3). Nella diverse regioni esiste una situazione molto diversificata con concentrazioni medie che vanno da poche decine di Bq/m3 fino ad oltre 100 Bq/m3 e singole abitazioni che arrivano fino a migliaia di Bq/m3.
In particolare Lombardia, Friuli, Lazio e Campania hanno concentrazioni medie maggiori della media nazionale.

I RISCHI POSTI DAL RADON
La radiazione alfa emessa dal Radon presenta un basso potere di penetrazione, quindi viene facilmente fermata dallo strato superficiale della pelle costituita da cellule morte, e non è pericolosa per l’uomo nei casi di irradiazione esterna.
Diventa invece potenzialmente pericolosa quando la sorgente radioattiva viene inalata o ingerita (irradiazione interna) perché in questo caso colpisce direttamente tessuti radiosensibili. Inoltre è dimostrato che nei soggetti fumatori l’effetto combinato dell’esposizione al Radon e al fumo delle sigarette è molto maggiore della somma dei due effetti. In altre parole il fumo aumenta considerevolmente il rischio di tumore ai polmoni correlato al Radon.
Tuttavia bisogna ricordare che, anche nel caso di valori di concentrazione particolarmente elevati, il rischio è funzione del tempo di esposizione.
Pertanto è doveroso informare sul problema Radon e sui rischi correlati, ma senza causare ingiustificati allarmismi.

MISURAZIONE
Lo strumento di misura più opportuno per rilevazioni di lungo periodo (generalmente un anno) è il cosiddetto dispositivo o dosimetro passivo. I dosimetri passivi sono di piccole dimensioni e non necessitano di alimentazione elettrica; essi forniscono un valore medio della concentrazione di radon in aria nel periodo di esposizione. Questi strumenti non emettono alcuna sostanza o radiazione.
I dosimetri possono essere collocati in un locale, ad esempio appoggiati sulla superficie di un mobile, su una mensola, etc., per un determinato periodo di tempo, al termine del quale vengono restituiti al laboratorio per l’effettuazione dell’analisi. 

Due semplici ed economici apparecchi per la misurazione del radon possono essere trovati nelle seguenti pagine:
Radon.it: economico e pronto all'ordine
Altroconsumo.it: affidabile ed economico, è necessario essere soci per acquistare il dosimetro.

A questo link potete trovare una guida completa ed esauriente del Ministero della Salute sul tema del Radon.